/////

L’ossessione per il cibo sano. A cura de “Il Pellicano Onlus”

L’obesità e il sovrappeso non rappresentano l’espressione di disturbi mentali e
psichiatrici ma la mancanza di supporto sociale, spesso anzi l’ostracismo sociale, la
svalutazione, l’esclusione sociale può indurre questi soggetti a sviluppare problemi
psicologici che condizionano lo sviluppo e l’età adulta.
Fairburn, una delle massime autorità mondiali per queste patologie, definisce i
disordini dell’alimentazione come: “persistenti disturbi del comportamento
alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso, delle forme corporee
e dell’alimentazione che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico
e sociale e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica
conosciuta”.
Fra i vari tipi di disordini dell’alimentazione e del peso, esistono più affinità che
differenze e sono presenti molti comportamenti e convinzioni disfunzionali comuni. I
più frequenti sono una dieta rigida oppure saltare i pasti, ridurre le porzioni, escludere
alcuni cibi, abbuffarsi, vomitare, usare lassativi, controllare continuamente
specchiandosi le forme del proprio corpo e alcune parti specifiche come la pancia le
cosce, toccarsi di continuo per verificare lo spessore del grasso sottocutaneo, pesarsi
anche più volte al giorno, evitare l’esposizione del proprio corpo, sentirsi grassi,
inadeguati, ecc. La scelta di un alimento o di un regime alimentare assurge a scelta
esistenziale attraverso la quale si accede alla costruzione di sé. Un esempio eclatante
è l’ortoressia nervosa la nuova nevrosi da cibo “giusto” la ricerca cioè maniacale dei
cibi a prova di genuinità e tormentati dalla qualità che conduce ad una vera e propria
malattia.
Nei disordini dell’alimentazione e del peso il regime alimentare caratterizza il modo
in cui si conduce la propria esistenza e fissa per il comportamento un complesso di
regole rigide, assolute ma anche un modo di pensare il proprio corpo e di proiettare
nel futuro i propri desideri, di associare la realtà in modo prevalente o esclusivo alla
capacità di controllarla qualità e quantità di quello che si mangia e di conseguenza il
peso e le forme del proprio corpo. Tutto ciò che entra nel corpo non vi penetra
impunemente ma modifica l’idea stessa che abbiamo di noi, lo stato d’animo, i
pensieri, il nostro carattere. Un corpo servo della mente, maltrattato, martirizzato, che
ha fame, è obbligato a mangiare ma che se cedesse, nel proprio immaginario,
potrebbe espandersi all’infinito senza fermarsi mai. Mangiare significa agire contro la
propria volontà ed il cibo è una forza che supera il nostro potere di controllo.

Dr. Raffaele Ruocco

https://www.ilpellicano.perugia.it/

https://www.facebook.com/ilpellicanoperugia

 

Latest from alimentazione