Gravidanza e parto non sono malattie

La nascita è un fenomeno affascinante, biologico e fisiologico, che le donne ben assistite possono e devono affrontare con serenità e sicurezza. Dalla casa, la nascita si è nel tempo spostata in ospedale ottenendo sì una riduzione della mortalità infantile e materna, ma anche l’effetto collaterale di un’eccessiva medicalizzazione.
Basti pensare al parto cesareo, non esente da rischi, che gli esperti ritengono appropriato tra il 10% e il 15% dei parti, ma in Italia, nel 2020, il 31,12% dei parti è avvenuto con taglio cesareo.
L’OMS ha da tempo evidenziato i troppi stimoli farmacologici al travaglio, che espone la gestante e il feto a diversi rischi e nel 2018 ha prodotto delle raccomandazioni per un’esperienza di parto positiva e per ripristinare il rispetto dei diritti delle donne, anche perché spesso non troppo coinvolte nelle relative scelte.
Il processo di medicalizzazione ha poi finito per coinvolgere l’intera gravidanza. Un’indagine ISTAT sul tema ha evidenziato l’eccessivo ricorso delle gestanti all’assistenza medica privata, nonché la sovrautilizzazione delle prestazioni diagnostiche, tra le quali l’ecografia spesso praticata una volta al mese, a fronte delle tre per gravidanza raccomandate dagli studi scientifici.

Abbiamo una speranza?
Se consideriamo l’Ostetrica come la professione della nascita e della vita, presso l’Università degli Studi di Perugia abbiamo un relativo Corso di Laurea punto di eccellenza su scala nazionale. Ho pensato di intervistare alcune delle studentesse prossime alla Laurea, per capire le loro idee rispetto alla necessità di recupero della fisiologia della gravidanza e del parto.

Laetitia Salerno, un modo per ridurre la medicalizzazione della gravidanza è che se ne occupino i servizi pubblici, ma l’80% delle donne ricorre invece al privato. Non c’è un servizio pubblico dedicato?
Certo, c’è il Consultorio Familiare che offre assistenza gratuita, un approccio fisiologico e globale alla gravidanza e alla maternità, collegato a una fitta rete di altri servizi opzionali. L’assistenza ostetrico/ginecologica, peraltro, non termina con la nascita, ma offre servizi anche in ambito puerperale.

Alessia Ventotto, l’Azienda Ospedaliera di Perugia ha da tempo avviato l’esperienza delle Stanze di Lucina. In cosa consistono?
Sono simili ad una normale camera da letto dove il partner può rimanere per tutto il tempo che desidera, in modo da far sentire la donna il più possibile a proprio agio. Viene garantita una nascita fisiologica e sicura, a completa gestione dell’Ostetrica, dando un valore importante all’accoglienza del neonato.

Marlena Sallaku, in Umbria è possibile praticare il parto in acqua, quali sono i benefici di questa modalità?
Nell’acqua, simbolo della vita, il feto trascorre la gravidanza e il neonato viene così accolto in un ambiente simile a quello intrauterino. È l’Ostetrica a informare la donna dell’opportunità che, quando praticabile, contribuisce alla riduzione del dolore e ha un effetto emolliente sui tessuti, con minori lacerazioni perineali.

Nicoletta Renga, alcune regioni italiane offrono il parto a domicilio. È opportuno e sicuro?
La casa è il luogo del cuore e degli affetti, l’ambiente migliore per dare alla luce una nuova vita. Dopo una valutazione preliminare, solo le gravidanze fisiologiche possono effettuare il parto in casa. Viene praticato da Ostetriche specializzate e in continua formazione professionale, nel rispetto di rigorose Linee Guida.

Greta Giusti, altro servizio presente in alcune regioni è la Casa Maternità, di cosa si tratta?
Si tratta di strutture extraospedaliere, gestite completamente da Ostetriche, situate a poca distanza da un ospedale per garantire la sicurezza nel caso di complicanze. L’assistenza è incentrata sulla coppia e sulla fisiologia, grazie a un piano assistenziale individuale. L’ambiente è familiare, tranquillo e non medicalizzato.

Valeria Ubaldi, cosa si può fare per ridurre l’eccessivo ricorso al parto cesareo?
La concezione del cesareo come “parto senza dolore” è errata, sono diversi i modi di ottenere questo risultato. Inoltre l’aumento dell’età materna alla prima gravidanza ha aumentato le paure verso un parto vaginale, ma non è il cesareo la giusta risposta. Le Ostetriche si stanno da tempo impegnando per promuovere percorsi fisiologici e stili di vita adeguati.

Per concludere
La centralità dell’Ostetrica nelle varie fasi della gravidanza e del parto può rappresentare una importante risorsa per la salute della nostra comunità. Le neo Ostetriche hanno le idee ben chiare, diamo loro ascolto per contribuire alla salute delle madri, delle famiglie e delle nuove generazioni.

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