Lesioni precancerose

Le neoplasie del distretto testa-collo colpiscono nel 77% dei casi gli uomini e nel 23% le donne. In Italia ci sono tutt’oggi 111.520 persone con pregressa diagnosi di neoplasia testa-collo, con una prevalenza di 225 casi ogni 100.000 abitanti.

L’aspettativa di vita del paziente affetto da cancro del distretto testa-collo e la sua qualità di vita sono notevolmente influenzate dal ritardo diagnostico per il comportamento subdolo, a volte asintomatico, della lesione neoplastica.

L’INCIDENZA

Tradizionalmente la prevalenza di tali tumori è maggiore negli uomini rispetto alle donne e l’età di insorgenza si colloca tra i 50 e i 70 anni. Oggi, per la maggiore diffusione di alcool e fumo tra le donne, tale differenza è in riduzione notevole e, inoltre, il ruolo importante giocato dal Papilloma Virus nella carcinogenesi di tali tumori, determina un aumento dell’incidenza tra i giovani.

È necessario affidarsi alla prevenzione e alla diagnosi precoce di tali tumori considerando che esistono delle lesioni altamente sospette, che una volta individuate devono mettere in allerta il paziente. Tali lesioni sono definite, appunto, lesioni precancerose. Queste sono alterazioni delle mucose che hanno un’incidenza del 5-15% e sono un’espressione locale di malattia generalizzata o di fattori irritativi cronici locali. La percentuale di trasformazione maligna di tali lesioni è del 15-50%.

TIPOLOGIE DI LESIONI

Le lesioni precancerose si dividono in base alla possibilità di trasformazione maligna in precancerosi obbligate (trasformazione maligna inevitabile con tempi e modi diversi), come eritroplachia e leucoplachia luetica; precancerosi ad alto rischio cancerizzazione come leucoplachia, cheilite attinica, candidiasi cronica, lichen planus e lesioni locali a basso rischio cancerizzazione, come fibromi, papillomi, lupus.

Macroscopicamente le leucoplachie appaiono come lesioni rilevate o piane, biancastre, ruvide, spiculate o lisce. Le eritroplachie appaiono come lesioni esulcerate, ruvide di colore dal rosso al marroncino in base al grado di vascolarizzazione

I FATTORI DI RISCHIO

Esistono dei fattori di rischio per lo sviluppo e l’evoluzione di tali patologie: fumo di tabacco, alcool, disordini metabolico-carenziali, cattiva igiene orale, fattori infettivi, fattori legati all’attività lavorativa, fattori immunitari.

Ci sono numerosissime evidenze in letteratura che fanno del tabacco, nelle sue diverse forme (fumo, masticazione e le foglie di Betel, etc.), un potente carcinogeno del cavo orale. Il fumo di tabacco è costituto da più di 7.000 sostanze chimiche, delle quali oltre 300 sono noti carcinogeni. Numerosi studi hanno suggerito l’alcool come fattore di rischio cruciale, con attività carcinogena esponenziale in associazione con il fumo.

Un ruolo altrettanto fondamentale, soprattutto nei tumori della porzione posteriore del cavo orale e in quelli dell’orofaringe, sembra essere attribuibile all’HPV, virus oncogeno correlato anche con i tumori della cervice uterina. L’età media dei pazienti affetti da carcinomi HPV correlati è più bassa.

Come concause tradizionalmente si segnalano la scarsa igiene orale o la presenza di fattori irritanti sulle mucose orali, come ad esempio protesi inadeguate o superfici taglienti di elementi dentari cariati con compromissione della corona dentaria.

Si evince che non solo l’otorinolaringoiatra è chiamato all’identificazione precoce di tali lesioni, ma che si debba avvalere anche della collaborazione di altre figure specialistiche cui i pazienti si rivolgono più o meno frequentemente, come gli odontoiatri, che hanno un ruolo importante nell’indirizzare i pazienti verso il giusto iter diagnostico-terapeutico.

I SINTOMI

La sintomatologia varia in base alla sede di localizzazione, all’entità e tipo della lesione e si correda di pirosi orale, dolore, odinofagia (dolore alla deglutizione) e disfagia, sanguinamenti frequenti del cavo orale, otalgia riflessa, disfonia, emissione di sangue con la tosse.

Un’adeguata terapia medica che non risolva la sintomatologia nel giro di 15 giorni richiede una valutazione specialistica otorinolaringoiatrica.

Tali lesioni possono presentare, dal punto di vista istologico, atipie cellulari di vario grado, definite displasia, classificabile in lieve, moderata o grave/carcinoma in situ.

Un prudente e corretto approccio clinico-diagnostico e terapeutico alle precancerosi orali deve seguire questo iter:

  • identificazione tempestiva delle lesioni precancerose,
  • abolizione dei fattori eziologici e/o favorenti,
  • corretta diagnosi clinica con biopsia della lesione,
  • comportamenti diversificati in base alla diagnosi clinica: vigile attesa, terapia medica volta a correggere eventuali stati carenziali, terapia chirurgica, terapia fotodinamica, anti-HPV.

È comunque consigliato effettuare una visita ORL all’anno, per verificare la salute delle mucose delle prime vie aerodigestive.

Per tutti è valido il consiglio di adottare uno stile di vita sano, eliminando i fattori di rischio carcinogeni, in particolare fumo e alcool.

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